In questi giorni si parla tanto di "effetto serra", "surriscaldamento globale" e più generalmente di cambiamenti climatici.
Le varie tesi sono contrastanti, c'è chi dice che è colpa dell'uomo, chi asserisce che l'uomo non c'entra nulla, si va dalla "nuova era glaciale" alla desertificazione per surriscaldamento dovuto ai gas serra a chi asserisce che tutto rimarrà esattamente come adesso...
Quello che a volte però sembra sfuggire nel dibattito scientifico è che il clima terrestre non è assolutamente rimasto uguale nel tempo!
La grande era glaciale di cui si parla spesso (glacial Maximum) è datata 20.000 anni fa, ma'ultima era glaciale non risale a più di 10.000 anni fa, Durante la metà dell'Olocene circa 4000/5000 anni fa sembra che la temperatura fosse di vari gradi superiore a quella di oggi. Sappiamo inoltre che durante il medioevo il clima è stato particolarmente caldo e che dal 1650 al 1850 si è verificata quello che gli scienziati chiamano la "piccola era glaciale".
Quello che possiamo immaginare senza grande fatica è che gli esseri viventi, uomo compreso, si devono continuamente adattare alle diverse condizioni per poter sopravvivere.
Torniamo a circa 4000/5000 anni fa, metà Olocene: in Africa le grandi foreste lasciano il posto a vaste savane. Alcuni ominidi, abbastanza lontani come aspetto, abilità e intelligenza da quello che è l'uomo oggi, si trovano a fronteggiare un problema: nella giungle è relativamente facile trovare qualcosa da mangiare: frutti, piante, insetti... nella savana la vegetazione è più scarsa, di frutti ce ne sono pochi e l'unica cosa che sembra commestibile sembrano essere gli altri animali; come molte scimmie anche l'uomo è onnivoro, anche se esaminando la dentatura si può capire che è fatta più per addentare un frutto che per sbranare una preda, ma l'uomo ha un qualche vantaggio sugli altri animali ;)
L'uomo non ha zanne, non ha unghie affilate, non può correre più velocemente, e comunque è più debole della maggior parte delle possibili prede... figuriamoci poi dei predatori, che non mancano certo nella savana!
L'uomo capisce che da solo non ce la può fare, così forma un branco. Non può competere in velocità, allora elabora una strategia di gruppo: individua l'elemento più debole del branco di gazzelle e inizia ad inseguirlo in gruppo, l'animale più debole si divide dal branco e inizia a correre disperatamente, sfuggendo presto dagli inseguitori, ma si accorge che ve ne sono altri, proprio nella direzione in cui sta andando, allora scappa ancora, sempre più disperatamente...
La caccia può durare qualche minuto, ma più probabilmente ore, ore dure sotto il caldo sole africano. La gazzella è esausta, il suo corpo si è surriscaldato, i muscoli delle gambe non la reggono più in piedi. L'uomo sembra invece che abbia meno problemi; ha infatti un paio di strumenti che gli permettono di sopportare meglio il caldo: può sudare, lo strato di acqua sul suo corpo senza peli unito al vento della savana gli abbassa la temperatura corporea, la postura eretta gli permette di ricevere meno raggi diretti del sole ma i capelli lo proteggono dal colpo di sole.
Non può correre più veloce, ma PUO' CORRERE PIU' A LUNGO di qualsiasi altro animale nella savana! Dopo ore di inseguimento la gazzella è esausta, il branco di uomini ora si può avvicinare, la gazzella è stanca ma affontarla a mani nude può rivelarsi comunque rischioso; ma l'uomo usa solo le gambe per camminare, così nelle mani può tenere un'arma, una lancia rudimentale o anche solo un ramo di un albero, una pietra...
Quindi sembra che le caratteristiche vincenti dell'uomo siano:
- la postura eretta
- la capacità di sudare
- capacità di correre a lungo
- capacità di portare/usare oggetti con le mani
ma non c'è solo questo: singolarmente l'uomo è destinato a fare una brutta fine in un ambiente ostile come la savana (come le foreste, i deserti, la tundra, la jungla...) ma se crea un gruppo può diventare immensamente più forte della semplice somma delle parti. Ed ecco che le vere armi vincenti dell'uomo appaiono chiare:
- Adattabilità, ovvero la capacità di modificare i propri comportamenti in base ai cambiamenti dell'ambiente
- Cooperazione, ovvero la capacità di unirsi e collaborare al fine di migliorare le proprie possibilità di riuscita
Ora, possiamo pensare ad un altro animale che presenta (quasi) le stesse caratteristiche e comportamenti quali: unirsi in branco e cooperare, correre per cacciare/trovare il cibo, estrema adattabilità... ??
Beh, se state leggendo questo blog ci sarete arrivati: il nostro amato cane!!
A quell'epoca naturalmente ce lo possiamo immaginare più simile a uno sciacallo, o in climi più temperati, a un lupo, ma comunque questo splendido animale è un perfetto simbionte, ovvero "organismo che vive insieme ad un altro, in modo che entrambi traggono vantaggio reciproco dalla convivenza", dell'uomo!
Non è difficile pensare a quali vantaggi abbia portato la collaborazione fra uomini e cani:
- possibilità di cacciare prede più grandi, più veloci e più forti
- maggiori possibilità di seguire prede con differenti tipi di visuale: alta (uomo), bassa, olfattiva (cane).
- protezione reciproca da altri predatori, specialmente di notte
Non a caso il branco eterogeneo uomo/cane sopravvive ancora oggi nella nostra società; anche se non abbiamo più bisogno di cacciare insieme per mangiare, vivere con il nostro amato quattrozampe è parte della nostra cultura, della nostra stessa vita! :)
E se anche non ci andiamo a caccia, possiamo fare un'altra cosa per cui la nostra evoluzione ci ha unito: correre, naturalmente!!!
Buone corse a 6 zampe!
Sito web "il guinzaglio invisibile"
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